“Entro l’anno il Lazio avrà una legge sull’eno-oleoturismo”. È l’annuncio fatto dall’assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio, Giancarlo Righini, durante l’iniziativa “Un calice di biodiversità in cantina”, che si è svolta domenica presso l’Azienda dimostrativa Arsial-Crea di Velletri, in occasione della Giornata nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
In campagna elettorale, però, le urgenze erano altre e per il neoassessore al bilancio e programmazione, politiche agricole, caccia e pesca, le priorità risiedevano in quelle tematiche preoccupanti che mettono in pericolo il lavoro degli agricoltori e la salute ambientale come la siccità e il rischio idrogeologico a cui il Lazio, come tante altre regioni italiane, è esposto.
Mentre oggi si parla di vini e oli, a febbraio si parlava di sostegno agli agricoltori e ai pescatori, come di grandi infrastrutture che potessero far fronte ai bassi livelli delle acque del Tevere e l’allarme siccità che attanagliava le importanti imprese agricole laziali. A febbraio, Giancarlo Righini era stato appena riconfermato in Regione Lazio con oltre 38mila preferenze. Lui, già consigliere uscente nella fila dell’opposizione a Zingaretti, membro della commissione agricoltura e ambiente, queste tematiche le conosceva bene.
Nello stesso periodo la siccità, nonostante fosse inverno, stava già facendo danni importanti ed era emergenza soprattutto in vista delle ben peggiori previsioni per la stagione estiva.
“I cambiamenti climatici sono la sfida del futuro a cui saremo tutti chiamati a rispondere – diceva Righini – innanzitutto c’è la razionalizzazione della risorsa idrica he deve diventare una delle nostre best practice per migliorare l’utilizzo delle risorse di acqua. Un’altra sfida a cui ho già presentato emendamenti, la realizzazione di invasi artificiali per la raccolta delle acque piovane da destinare ad uso agricolo”.
Per Righini questo progetto rappresentava “una grande opportunità perché i cambiamenti climatici determinano siccità, ma anche alluvioni nel momento in cui ci sono piogge forti ed improvvise fuori stagione, quindi bisogna avere le capacità di raccogliere le acque e farne tesoro e utilizzarle nei momenti di bisogno. Sono lavori che costerebbero poco, bisognerà individuare dei siti per la realizzazione degli invasi che rappresentano la risposta al pericolo a cui è esposto il mondo agricolo”.
Guardando a quanto successo in Emilia Romagna e alla tragedia che ha colpito le popolazioni del nord Italia, questi temi che sono centralissimi, sembrano dimenticati. Si parla di valorizzazione del brand Lazio e di incentivare il lavoro in settori carissimi all’economia e alla tradizione locale, ma non si può dimenticare l’urgente tema ambientale e il rischio a cui le stesse aziende saranno esposte nel caldo periodo estivo.