Processo Lavinia Montebove. Quattordicesima udienza. Ieri nell’aula del tribunale di Velletri era attesa la deposizione della maestra Francesca Rocca, al tavolo degli imputati per lesioni colpose gravissime nei confronti della bimba e abbandono di minore nei confronti degli altri bambini dell’asilo “La Fattoria di mamma Cocca” a Velletri, dove 5 anni fa la piccola Lavinia di 16 mesi, investita dall’auto con a bordo la mamma di un altro bambino, entrò in uno stato di coma profondo.
Questa udienza era molto attesa perché il pubblico ministero, Giovanni Tagliatela, avrebbe dovuto chiedere la condanna, invece, a sorpresa, il legale della maestra e responsabile dell’asilo ha chiesto per l’imputata la “messa alla prova” in un istituto per disabili o in carcere per svolgere lavori socialmente utili. Dopo 5 anni, giustizia sembra ancora lontana e i tempi del processo tornano ad allungarsi: la decisione, per concedere o no la richiesta di Rocca, si rimanda all’ 11 settembre. I tempi della prescrizione si fermano. Se il giudice Eleonora Panzironi dovesse accogliere la richiesta di svolgere i lavori di pubblica utilità, per Rocca dovrebbe cadere l’accusa più grave, quella di lesione colpose gravissime, ma per il reato di abbandono di minore non è possibile la messa alla prova.
«La messa alla prova implica una assunzione di responsabilità e l’ammissione della piena consapevolezzadel fatto. Fino ad oggi da parte della Rocca non abbiamo visto nulla di tutto questo. È appena il caso di ricordare che non si è mai scusatadell’accaduto, che ha sempre avuto un atteggiamento ostile nei nostri confronti, che ha proposto un euro di risarcimento e che ha fatto venire a testimoniare in aula una sua amica che abbiamo dovuto denunciare per falsa testimonianza» le parole dure del papà di Lavinia, Massimo Montebove.
Processo Lavinia Montebove, la maestra chiede la messa in prova
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