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Grottaferrata è nella top 10 dei comuni più istruiti d’Italia

Grottaferrata è nella top 10 dei Comuni con meno residenti con basso livello di istruzione.
È quanto emerge dalla classifica stilata dal Sole24ore che ha effettuato una ricognizione sulla povertà educativa. Una ricerca interessante, purtroppo anche allarmante: i dati su quanti interrompono gli studi dopo la licenza media e è in crescita e l’Italia è spaccata in due. Troppo divario tra le province del nord e del sud.
“Sono tutte del Mezzogiorno le dieci province con la più elevata incidenza di residenti con basso livello di istruzione, cioè uguale o inferiore alla licenza media” si legge nell’articolo. Poi c’è Grottaferrata nei Comuni più virtuosi, che eccelle ed è l’unica città del centro ad apparire nelle migliori 10 e si piazza in 9° posizione con solo il 34% della popolazione che ha un basso livello di istruzione su 19.111 abitanti totali.
Un risultato niente male a pensare che il comune più colto è Basiglio, in provincia di Milano, e su 7.444 abitanti conta il 27,6% di abitanti che non hanno continuato gli studi.
In generale, per quanto riguarda le province, il primato spetta proprio a Roma, seguita da Milano e Trento. I numeri delle persone che hanno continuano gli studi, acquisendo un diploma o andando all’università, purtroppo non sono altissimi, anzi, sono alti i numeri di chi non studia. A Roma più del 38% degli abitanti si è fermato alla licenza media.
Un dato che fa sicuramente riflettere e che soprattutto evidenzia il triste e pericoloso fenomeno dell’abbandono scolastico, una tendenza ingiustificata in un momento di consapevolezza globale in cui l’istruzione è pubblica, gratuita e diffusa. Le scuole italiane sono sicuramente molto accessibili, alcune non sono eccezionali questo è vero e a dirlo sono altre statistiche, ma rimane che annualmente il Miur mette i libri di testo a disposizione e la scuola è gratis.
E’ doveroso, però, fare una considerazione: l’Italia è un paese con molti anziani, è sicuramente una ricchezza culturale, ma questi impongono in quest’ultima classifica del Sole un momento storico dell’Italia, quello di 70 o 80 anni fa, in cui lo studio era un lusso o un privilegio per pochi. Anni, di una Italia appena uscita dalla guerra, in cui le priorità erano altre e lo studio non era così necessario a mettere il piatto a tavola. Loro malgrado non hanno potuto attingere alla migliore fonte di “possibilità”: l’istruzione.
Vediamo ogni anno come sono proprio alcuni anziani che si diplomano a più di 90 anni per realizzare un sogno che gli fu negato in giovane età, a dare uno smacco ai giovani che non capiscono la fortuna dell’istruzione pubblica. Studiare serve ad accrescere una cultura personale, a raffinare il proprio pensiero e la propria capacità di giudizio e soprattutto serve a crearsi possibilità per il futuro e nel lavoro in un mondo sempre più competitivo e alla ricerca di eccellenze c’è bisogno di lavoratori istruita, formata e altamente specializzata.

CastelliOggi

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