Droga in carcere a Velletri, un giro economico da 80mila euro, questa la denuncia del sindacato polizia penitenziaria.
Un traffico smascherato in pochi mesi. “Non ci sorprende affatto – ha fatto sapere Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria – la domanda e il consumo di droga in carcere sono talmente alti da fare concorrenza alle piazze di spaccio più note fuori dal carcere, come quelle di Roma, Milano, Napoli e Torino.
Nel nostro sistema penitenziario, il consumo settimanale di diverse sostanze stupefacenti raggiunge alcuni chilogrammi, generando un giro d’affari di circa dieci milioni di euro l’anno. La situazione dentro le carceri italiane rispecchia quella delle metropoli dove la criminalità organizzata gestisce i traffici più consistenti di droga del Paese. Sono i familiari, mogli e compagne dei detenuti a introdurre la droga, che viene venduta a prezzi maggiorati del 40-50% rispetto a quelli esterni, o pagata direttamente ai clan per la fornitura in cella. Inoltre, detenuti in permesso lavoro e quelli più deboli e ricattabili sono utilizzati per il trasporto di stupefacenti. L’uso di telefonini facilita lo spaccio sia dentro che fuori dal carcere, permettendo ai capi clan di mantenere il controllo sui traffici e di dare ordini agli affiliati. La detenzione, anziché porre fine alla carriera criminale, ne cementifica i rapporti e alimenta l’economia illegale, necessaria per sostenere le famiglie dei detenuti”. Un quadro sconfortante su cui occorre fare della valutazioni di intervento.
Traffico di droga in carcere a Velletri, l’allarme della Polizia penitenziaria
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