Alcune volte a pensar male si fa bene, soprattutto quando certe dinamiche alimentano i dubbi anziché risolvere la domanda.
Quando la domanda riguarda l’affidamento di appalti pubblici, in particolare di igiene urbana, è facile che la questione susciti un interesse pubblico e presti il fianco ad ipotetiche congetture di malpensanti. Per fortuna, in questi casi, si applica la Trasparenza. O quasi.
È il segretario del Sindacato della Federazione Italiana lavoratori ambiente e servizi (Filas) Pasquale Morabito a raccontare quanto accaduto in merito allo studio di fattibilità chiesto dal Comune di Nettuno al DEC Gesap Consulting s.r.l. di Salvatore Genova, direttore esecutivo del contratto di Igiene Urbana del municipio di Corso Matteotti.
Il Sindacato, ad aprile 2024. Aveva fatto richiesta di accesso agli atti per conoscere il risultato dello studio “come esigenza del Sindacato di poter tutelare i diritti dei propri iscritti da condotte poste in essere dalla società affidataria del Servizio” la Tekneko srl.
L’accesso è stato negato. Perché?
“Lo studio di fattibilità non può considerarsi atto amministrativo concernente attività di pubblico interesse – risponde Genova in qualità di amministratore unico della società Gesap Consulting – tanto più che l’incarico per la relativa elaborazione non è stato attribuito tramite gara, ma piuttosto su affidamento diretto”.
“Un affidamento diretto che è costato 4mila euro fatto dal Direttore esecutivo alla sua stessa azienda – risponde Morabito – ed è incredibile che nella risposta Genova scriva ‘non si comprende come un elaborato peritale tecnico, che relazione in merito all’attuabilità di una variante del contratto, possa fornire supporto per la tutela dei diritti dei lavorati del gestore’.
Allora ve lo spiego io”.
“Sono anni che denunciamo, segnaliamo le violazioni, chiediamo incontri urgenti con la società Tekneko – continua Morabito – e il fatto che la Gesap nasconda il parere solleva un dubbio gigantesco: non è che avevamo ragione?
Genova ha forse messo nero su bianco quello che abbiamo denunciato per anni sulla Tekneko: violazioni delle privacy dei dipendenti, contratti non idonei, carenze igienico sanitaria, capitolati di affidamento dal Comune non rispettati? Mezzi addetti alla raccolta fatiscenti e non in linea con quanto pattuito nel progetto con l’Ente?
La Tekneko costa centinaia di migliaia di euro alle casse pubbliche del comune e il direttore esecutivo scrive che non è un atto di pubblico interesse?
Cosa nasconde? Perché non interviene per tutelare i cittadini? Cosa non va nella Tekneko srl?”
“Cosa non funziona in Tekneko? Dai capitolati di appalto non rispettati al trattamento dei dipendenti sono tante le questioni da affrontare, ma iniziamo dalle più urgenti” dice Morabito. “Già un anno fa in un incontro alla presenza del dirigente dell’Area Igiene Urbana del Comune di Nettuno Benedetto Sajeva, abbiamo fatto presente le condizioni contrattuali relative al personale in servizio alla società Tekneko Srl.
E’ più di un anno che segnaliamo le criticità delle condizioni contrattuali del personale: alcuni operatori sono inquadrati con il contratto CCNL Multiservizi, quindi addetti ai servizi di pulizia, anziché con il contratto Fise Assoambiente. Per intenderci, su 86 dipendenti, più di una decina di questi sono inquadrati come lavoratori addetti alle pulizie di uffici interni che non possono essere utilizzati per la pulizia delle strade o messi alla guida dei mezzi, ma vengono comunque utilizzati come operatori ecologici.
Questi contratti non adeguati non danno nessuna garanzia per i lavoratori anche in termini di sicurezza sul lavoro. Per non parlare di quanto l’azienda risparmia con questi contratti: il comune, quindi i contribuenti, pagano la Tekneko che risparmia sul personale e sul capitolato.
Perchè non solo i lavoratori non sono inquadrati con contratto idoneo, ma la società ogni mattina non fa uscire neanche il personale pattuito con il Comune.
Ad esempio, ogni mattina su un mezzo di spazzamento dovrebbero essere presenti almeno 2 operatori, ma la società ne usa solo 1.
Ricordiamo tutti il dramma il caso di Giovanni Criccomoro, morto a Frascatiad agosto del 2023. Quella notte Giovanni si trovava da solo e per una drammatica fatalità è stato travolto dal mezzo della Tekneko. Se non fosse stato da solo si sarebbe potuta evitare una tragedia.
Gli operatori non possono uscire da soli anche per una questione di sicurezza, ma la Tekneko continua a risparmiare mettendo in pericolo il suo personale.
Le difficoltà dovute ai contratti dei multiservizi si risentono anche a fine mese. I dipendenti inquadrati come addetti alle pulizie guadagnano 7,5€ l’ora e fanno lo stesso lavoro di chi ne guadagna di più e ha tutte le tutele. È una situazione ingiusta e inaccettabile. Parliamo di persone che per arrivare ad una paga mensile di 1.300€ devono lavorare in turni notturni e straordinari arrivando anche a turni di 11/12 ore.
Ci auguriamo che la nuova amministrazione di Nettuno ponga la giusta attenzione su questi temi e tuteli chi ha una paga base di 832€ al mese quando il Capitolato d’appalto prevede tutt’altro e trovi il giusto spazio per accogliere l’allarme lanciato dai lavoratori di un settore così importante.
Oltre il danno la beffa per i dipendenti della Tekneko Srl, società che gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti nel comune di Nettuno.
Spunta la denuncia del sindacato Filasalla società abruzzese che ha imposto la firma dei turni tramite app con i geolocalizzatore.
“Quanto imposto ai dipendenti, lamentando la violazione della normativa posta a tutela della privacy, nonché l’imposizione dell’utilizzo di cellulari privati per scopi aziendali” si legge nella denuncia presentata, in data 23 ottobre 2024 da Pasquale Morabito segretario provinciale di Roma del sindacato Filas.
Una richiesta della società che non è andata per niente giù ai dipendenti che non ci stanno ad essere controllati dalla società anche fuori dall’orario di lavoro e soprattutto non avere nessuna garanzia sulla privacy.
“Perché utilizzare la timbratura geolocalizzata senza rispettare le normative vigenti in materia di privacy? – si chiede Morabito – il regolamento che è stato fornito è completamente lacunoso in materia di informativa sulla raccolta dei dati. Si legge solamente che i dipendenti dovranno usare uno smartphone personale, supponendo che tutti ne abbiano uno ed imponendo che venga usato per lavoro. A noi non sta bene. Perché l’azienda ha tutta questa necessità di geolocalizzarci e per i dipendenti lo smartphone deve rimanere sempre attivo? E’ doveroso ribadire che la società non può in alcun modo utilizzare quest’app per tracciare o ‘spiare’ i dipendenti durante l’orario di lavoro. Quindi ci venga chiarito qual è la necessita di utilizzare questo nuovo sistema?
Ci auguriamo che questi dati raccolti possano essere utilizzati dalle autorità competenti per dimostrare che Tekneko non rispetta il Capitolato con il Comune di Nettuno quando promette (da progetto) di far uscire per la raccolta 20 mezzi, ma ne utilizza solo 10, oppure quando per motivi di sicurezza deve far uscire almeno 2 operatori ecologici su ogni mezzo, ma viene impiegata solo una persona”.